mercoledì 13 maggio 2009

presentazione antologia poetica Caorle e Portogruaro!

presentazione antologia poetica
reading poetico

notturni di_versi- l'ozio

nuovadimensione editore

Caorle (VE)

PIAZZA MADONNA dell’ANGELO

venerdì 15 maggio ore 22.00

all'interno di

FluSSidiverSi: Poesia e Poeti di Alpe Adria

con la straordinaria partecipazione del gruppo musicale exposurensemble
presentazione a cura di Giacomo Vit


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presentazione antologia poetica

reading poetico

notturni di_versi- l'ozio

nuovadimensione editore

Portogruaro (VE)

Teatro Nuovo Luigi Russolo

sabato 16 maggio ore 16.00

per l'inaugurazione del Teatro!

paesaggi sonori a cura di Max Bazzana

presentazione a cura di Giacomo Vit

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poeti presenti nell'antologia notturni di_versi-l'ozio:


Benedetti Maurizio
Berzan Dora
Calia Pietro
Catto Adriana
Conti Carlo Marcello
Crico Ivan
Cusan Cesare
Dago Manuela
De Biasio Antonio
Della Mea Vincenzo
Fantuzzi Matteo
Ferrari Roberto
Gusso Annarita
Indrigo Francesco
Lauri Valter
Lazzara Raffaele (B.B.)
Lorenzini Luigina
Lussia Di Uanis
Marangoni Marco
Mattiuzza Maurizio
Morassut Manuele
Pauletto Marco
Pauletto Renato
Pauletto Marco
Pillan Furio
Salvagnini Silvia
Sandron Giacomo
Sestáková Darina
Simon Ostan Piero
Sinicco Christian
Turchetto Daniela
Vit Giacomo


Introduzione
Al lettore fannullone che si appresti a sprecare improduttivamente un po’ del suo tempo rigirandosi tra le mani questo libretto, leggendolo un po’ qua e un po’ là, lasciandosi portare dalla suggestione suscitata in lui da un titolo o un verso letto quasi per caso, bisogna pur dire che in queste pagine troverà di che riconoscersi. Attorno all’ozio infatti si muovono i testi dei poeti che, nelle notti di luglio, alla pigra luce del plenilunio, hanno partecipato a Notturni di_versi 2008.
Nell’antichità romana, si sa, l’ozio non aveva il significato negativo che gli è stato attribuito in seguito; l’otium si contrapponeva alla sua negazione il negotium, e se quest’ultimo rappresentava tutte le incombenze pratiche alle quali si è obbligati dalle necessità dell’esistenza, le attività produttive, che hanno un fine altro da sé, oziare significava al contrario dedicarsi a tutte quelle piacevoli attività che non vengono svolte in vista di altro, ma solo per il piacere che si ricava dal fatto stesso di praticarle. Il pensiero, il gioco, l’attività erotica (non a fini riproduttivi), l’arte in tutte le sue espressioni e quindi, naturalmente, la poesia appartenevano all’universo dell’ozio ed erano riservate agli animi più nobili o a chi, godendo del lavoro dei più, poteva permettersele.
Se per gli antichi l’ozio era padre del pensiero per il cristianesimo l’ozio diviene padre dei vizi, ma si sa, a volte pensare potrebbe essere pericoloso, meglio che le menti siano sempre impegnate e non si lascino troppo trasportare. Così ancora in questo inizio di millennio, nel ricco e produttivo nord est da cui provengono gran parte dei poeti della raccolta, un elogio dell’ozio appare come un piccolo gesto sovversivo o una provocazione poco seria, uno sberleffo all’imperativo dell’operosità. In realtà il tempo dell’ozio è una necessità, anzi un vero e proprio diritto. L’ozio apre un vuoto nel nostro tempo congestionato da impegni incombenti, scadenze improrogabili, coincidenze ineludibili ed è solo quando siamo comodamente adagiati all’interno di questa accogliente parentesi che possiamo dedicarci veramente a noi, liberi dai nostri stessi immediati interessi.
Secondo Stevenson “l’attività frenetica (…) è sintomo di scarsa voglia di vivere. La capacità di stare in ozio implica una disponibilità e un desiderio universale, e un forte senso di identità personale.”
L’ozio non è affatto sterile, dal suo vuoto possono
scaturire mondi interi, è la condizione creativa per eccellenza. E l’ozioso, apparentemente chiuso egoisticamente nella contemplazione di sé, compie in realtà quindi un’azione di grande generosità.
Si badi bene poi a non confondere l’ozio con il cosiddetto «tempo libero», questo non ha nulla a che vedere con il tempo vuoto dell’ozio ma è in realtà un tempo pienissimo, concepito come distrazione-rigenerazione dalle fatiche del produrre e completamente irreggimentato all’interno della logica di un agire asservito alla finalità della produzione-consumo.
I filosofi greci distinguevano due forme di azione: la poiesis, l’agire tecnico-produttivo cha ha il proprio fine al di fuori di sé, e la praxis che è invece l’agire fine a sé stesso. Potremmo dire che l’ozio appartiene senz’altro alla seconda categoria o, meglio ancora, a una modalità d’azione improduttiva e dispendiosa nella quale, a discapito dell’etimologia che la vorrebbe come una forma di poiesis, sono chiamati ad esercitarsi anche coloro che scrivono e leggono poesia.
Secondo Bataille “Il termine «poesia» (…) significa, infatti, nel modo più preciso, creazione per mezzo della perdita.”
Al lettore ora il piacere di godersi questi piccoli distillati d’ozio poetico, questi «punti luce» in grado, si spera, di aprire e rischiarare per lui lo spazio vuoto di un ozio benefico.
Sandro Pellarin


SI RINGRAZIANO >Cooperativa ITACA di Pordenone, Ivana Ardizzone, Maria Loretta Balasso,
Woodstock Music Village di Portogruaro (VE), Azienda Agricola Tomasella Andrea di Pramaggiore (VE), Associazione Porto del Jazz di Portogruaro (VE), Paolo Moni Bidin,
Massimiliano Bazzana, C.S.M. di Portogruaro, Associazione Banca del Tempo di Portogruaro (VE), Becco Giallo Editore di Padova, Edizioni della Biblioteca Civica di Pordenone, Casa Editrice Campanotto di Pasian di Prato (UD), Ediciclo Editore di Portogruaro (VE), Kappa Vu Edizioni di Udine, Olmis distribuzione libri di Osoppo, Sottomondo Edizioni di Gorizia, un ringraziamento particolare alla Regione Veneto, al Comune di Portogruaro (VE) e alla Fondazione Santo Stefano di Portogruaro (VE).

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