Alle ore 20,00 cena con l’autore. Ore 21,00 inizio letture e musica.
Venerdì 12 febbraio - MUSICISTI SUICIDI E ANCHE di Rocco Burtone
Sono racconti rapidi, vivaci, sbrigativi, sono inattesi, leggeri, raffinati e bugiardi, sono burleschi, beffardi, allegri ma anche tragici, dolorosi. Inutile sprecare aggettivi, la scrittura di Burtone è come la sua musica: non sai mai dove vada a parare.
Ma quello che più mi piace sottolineare è la costante ironia che attraversa il libro, ironia che sovente si trasforma in sarcasmo, che sfocia in amarezza da presentire tra le righe. Amarezza sì dolorosa, ma mai arrendevole, mai remissiva, mai condiscendente. Non di afflizione trattasi, ma di ponderazione dei malanni terrestri e Burtone ne fa sovente teatro per umani libertari e razionali.
E ancora potrei dire dei racconti che mi hanno divertito, passando dal dramma-paradosso del suicida alle avventure musicali o a quelle...
Devo concludere. Che altro dire? Continua a “suonare” così.
Bernardo Salvemini (insegnante e filosofo)
Domenica 14 febbraio - DE VISCERORUM ELOQUENTIA di Licinio Rudivalle
“ED ELLI AVEA DEL CUL FATTO TROMBETTA.”
A parte Dante con questo famoso verso, quali poeti si sono mai cimentati nel dire di peti e scoregge? Nessuno, ovviamente: la materia è così infima e socialmente scorretta da non poter assurgere agli onori della poesia. Senonché...
Senonché, oggigiorno, i sentimenti più nobili sono merce nei realities e specchietti per allodole negli spots della pubblicità.
Come mantenerne la dignità se non... ritirandoli da mercato e passando a proporre altro?
Ecco: questo è certamente uno dei significati che l'opera DE VISCERORUM ELOQUENTIA propone. Opera alternativa alle inflazionate ed esangui espressioni poetiche sentimentali, il DE VISCERORUM tradisce i tradizionali motivi ispiratori della Musa poetica per... scendere agli antipodi e affidarsi a un'espressione di vitalità mai prima coltivata: le FLATULENZE.
Venerdì 19 febbraio - LIBARS di Enea Colautto
Raccontare il personaggio Colautto è operazione che deve essere priva di affettazione, come è lui, uomo che si nasconde ai clamori e alle battaglie mediatiche, più dedito agli incontri culturali in osteria e lontano dai salotti ufficiali. E però così non sono i suoi versi, con poetiche certo scevre da magniloquismi, ma intrise di significati e ricerche linguistiche degne di un filologo polemista che, diciamolo subito, non frequenta nemmeno la Filologica o altri santuari della lingua friulana. Infatti il friulano di Enea è una lingua lontana sì dalle accademie, ma lontana anche dai facili usi della parola. Ecco perché le sue letture sono impregnate di minuziose analisi e spiegazioni di tal termine piuttosto che dell’altro e nel parlare la sua enfasi diventa teatrale e le letture uno spettacolo acuto e spassoso.
Domenica 21 febbraio - UNA MADONNA LIGNEA di Andrea Tomasin
Leggerà le poesie Elena Bonanno
La costante sensazione di disagio nei confronti di una modernità feroce, di un "moderno nonsenso" che in ogni sua forma intacca e muta uomini e cose lasciandoli incoscienti: questo è il filo conduttore di tutte le pagine di Andrea Tomasin. La sua poesia, che si fa necessità di vita e insieme sua
condizione e misura, nasce dallo spasmo, dal dolore che prova il poeta attraversando il tempo reale.
"Vorrei non aver ceduto i miei occhi alla poesia per un pugno di petali sparsi e questa dolce agonia..."