Lunedì 24 febbraio – ore 20.30
Circolo del cinema Metropolis in collaborazione con Knulp
presenta
BRASILERINHO
3 film sul Brasile di oggi
MORO NO BRASIL
di Mika Kaurismaki (Finlandia, Germania, Brasile - 2002)
Quattromila chilometri percorsi in giro per il Brasile alla scoperta delle radici di un ritmo antico che conserva, ancora oggi, intatta la sua suggestione. Mika Kaurismaki, finlandese dal "sangue caldo" ci guida attraverso la musica di un paese che fa delle sue contraddizioni il proprio fascino. Moro No Brasil è una sorta di road movie musicale che muove da un'innevata Helsinki per approdare nelle assolate lande di una terra in cui la musica si respira come l'aria e dove le note magiche del samba e della bossa nova si tramandano di padre in figlio, come ricette segrete e preziose da custodire e da perpetuare.
Venerdì 27 febbraio – ore 20.45
Il Circolo del Jazz Thelonious e Knulp
presentano per la rassegna musicale live jazz al Knulp
Hisako Horikawa (danza butoh)
Tristan Honsinger (violoncello)
Gabriele Bonato (live painting)
Hisako Orikawa è una danzatrice, coreografa. In principio studia musica e voce, fa parte della compagnia di Min Tanaka ”Maijuku” per 20 anni dal 1978 al 1998 ed è co-fondatrice del laboratorio di meteorologia del corpo. Dal 1985 comincia a dedicarsi alla creazione di Assoli e si stabilisce con la compagnia in una fattoria tra le montagne in Giappone per approfondire il rapporto tra corpo, danza e la natura e il lavoro in fattoria. Nel 1997 riceve il premio dall’associazione giapponese di critici della danza. Nel 2001 crea una serie di performance “the alley” sul rapporto tra le sensazioni corporee e la vita metropolitana. La sua danza si sviluppa sempre più sull’Assolo e collabora con musicisti tra i quali Tristan Honzinger, e in Italia ha fatto parte del progetto opera di Sant’angelica (Bologna) con musicisti jazz come Fabrizio Puglisi e Lauro Rossi .
Tristan Honsinger, nato nel Vermont nel '49, è a tutt'oggi uno dei maggiori esponenti mondiali del violoncello nella musica improvvisata e nell'avanguardia jazzistica. Diciannovenne, frequenta il Peabody Coservatory a Baltimora. In seguito abbandona: - Dopo aver ascoltato Pablo Casals e altri grandi solisti del mio strumento mi dissi: "meglio di questi non si può fare". Fu così che compresi che se volevo raggiungere qualche risultato dovevo necessariamente allontanarmi dagli stili convenzionali, già perfetti ed insuperabili in se stessi. Fu allora che iniziai a desiderare di sviluppare non un suono tipico di violoncello, ma che descrivesse piuttosto qualcos’altro: che so, un sassofono, un gatto, un bambino che piange, un camion che passa, insomma oggetti così, cose della vita quotidiana. - Nel ’78, attratto dal fermento innovativo che in quel periodo attraversa le musiche improvvisative in Europa, approda ad Amsterdam che rimarrà la sua base permanente, inserendosi stabilmente sulla scena olandese. La lunga carriera trentennale, oltre a inserirlo tra i pionieri che hanno radicalmente innovato lo strumento, lo vedrà incrociare le strade di tutte le più prestigiose personalità nell’avanguardia jazzistica e improvvisativa: Cecil Taylor, Derek Bailey, Misha Mengelberg, Han Bennik, Anthony Braxton, Alexander von Schlippenbach, Aki Takase, Toshinori Kondo, William Parker, Henry Grimes, Louis Moholo, Sean Bergin, Steve Lacy e la Globe Unity, Evan Parker, Andrew Cyrille e innumerevoli altri. Oggi è membro stabile dell’ICP Orchestra, oltre a frequentare spesso i compagni di un tempo resta sempre aperto alle collaborazioni con i giovani musicisti
Gabriele Bonato si definisce ironicamente un Caravaggio contemporaneo, veloce, nevrotico, ansioso, perfezionista, amante dell'effetto ottico dell'opera, delle pennellate e dei segni lasciati sulla tela. Tre i concetti fondamentali senza i quali un'opera d'arte non può esistere: l'idea, la bellezza (che comprende la tecnica) e il mistero.
Alchimia e spiritualità fanno parte della sua vita e del suo lavoro da artista, si definisce antico nell'animo ma giovane nel fisico. Le sue opere sono concettuali e attingono molto alla filosofia. L'immagine per lui è energia, luce, movimento vibrante. Oltre al campo dell'arte contemporanea, colleziona esperienze pure nel settore televisivo e musicale. Ha dipinto dal vivo nel programma "Italospagnolo" su MTV, e di recente collabora con Tristan Honsinger, partecipando a performance live teatrali/musicali. Per lui, infatti, il suono e l'immagine devono procedere di pari passo e non c'è manifestazione artistica senza di essi.
Tristan Honsinger, nato nel Vermont nel '49, è a tutt'oggi uno dei maggiori esponenti mondiali del violoncello nella musica improvvisata e nell'avanguardia jazzistica. Diciannovenne, frequenta il Peabody Coservatory a Baltimora. In seguito abbandona: - Dopo aver ascoltato Pablo Casals e altri grandi solisti del mio strumento mi dissi: "meglio di questi non si può fare". Fu così che compresi che se volevo raggiungere qualche risultato dovevo necessariamente allontanarmi dagli stili convenzionali, già perfetti ed insuperabili in se stessi. Fu allora che iniziai a desiderare di sviluppare non un suono tipico di violoncello, ma che descrivesse piuttosto qualcos’altro: che so, un sassofono, un gatto, un bambino che piange, un camion che passa, insomma oggetti così, cose della vita quotidiana. - Nel ’78, attratto dal fermento innovativo che in quel periodo attraversa le musiche improvvisative in Europa, approda ad Amsterdam che rimarrà la sua base permanente, inserendosi stabilmente sulla scena olandese. La lunga carriera trentennale, oltre a inserirlo tra i pionieri che hanno radicalmente innovato lo strumento, lo vedrà incrociare le strade di tutte le più prestigiose personalità nell’avanguardia jazzistica e improvvisativa: Cecil Taylor, Derek Bailey, Misha Mengelberg, Han Bennik, Anthony Braxton, Alexander von Schlippenbach, Aki Takase, Toshinori Kondo, William Parker, Henry Grimes, Louis Moholo, Sean Bergin, Steve Lacy e la Globe Unity, Evan Parker, Andrew Cyrille e innumerevoli altri. Oggi è membro stabile dell’ICP Orchestra, oltre a frequentare spesso i compagni di un tempo resta sempre aperto alle collaborazioni con i giovani musicisti
Gabriele Bonato si definisce ironicamente un Caravaggio contemporaneo, veloce, nevrotico, ansioso, perfezionista, amante dell'effetto ottico dell'opera, delle pennellate e dei segni lasciati sulla tela. Tre i concetti fondamentali senza i quali un'opera d'arte non può esistere: l'idea, la bellezza (che comprende la tecnica) e il mistero.
Alchimia e spiritualità fanno parte della sua vita e del suo lavoro da artista, si definisce antico nell'animo ma giovane nel fisico. Le sue opere sono concettuali e attingono molto alla filosofia. L'immagine per lui è energia, luce, movimento vibrante. Oltre al campo dell'arte contemporanea, colleziona esperienze pure nel settore televisivo e musicale. Ha dipinto dal vivo nel programma "Italospagnolo" su MTV, e di recente collabora con Tristan Honsinger, partecipando a performance live teatrali/musicali. Per lui, infatti, il suono e l'immagine devono procedere di pari passo e non c'è manifestazione artistica senza di essi.
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