mercoledì 19 novembre 2008

Iniziative culturali a Tarcento il 20 e 21 novembre 2008

COMUNICATO STAMPA dell’Associazione Culturale Cittadini per Tarcento

Tra fine novembre e primi di dicembre si sviluppano a Tarcento due serie di iniziative distinte ma coordinate nel calendario e complementari nei temi, sostenute dal Servizio di Promozione e Internazionalizzazione Regionale, identificato dal marchio “Ospiti di Gente unica”:

Giovedì 20 novembre, a Villa De Rubeis-Florit, l’Associazione Cittadini per Tarcento organizza la presentazione del romanzo di Giovanni Pietro Nimis, Racconto friulano.

Giovanni Pietro Nimis, è nato a Tarcento, vive a Tricesimo. Architetto, ha pubblicato saggi sui problemi del territorio friulano e della ricostruzione. Coltiva da sempre una forte vocazione per il racconto tra memoria e premonizione del futuro.
Ha all’attivo sette romanzi. Il disegno nella parete (LNB, 1994), rilettura dell’occupazione tedesca nel Friuli, tra Bernadia, il Forte, Nimis, Tarcento. Ne Il giorno delle mongolfiere (LNB, 1997) l’autore sposta lo sguardo sulla nascita, nel 1938, di Torviscosa; mentre Il monte di Saturno (LNB 1999) è ambientato impeccabilmente a Tarcento tra dopoguerra e miracolo economico. Seguono Comunicato clandestino (LNB, 2000), Il Conservatore di paesaggi (MOBYDICK, 2004), Il Tallero di Günzburg (MOBYDICK, 2006) nel quale, a trent’anni dal terremoto, Nievo, il protagonista, si muove tra perdita dolorosa del passato e accelerazioni rovinose del presente e del futuro.
La scrittura di Nimis è ricca di sfaccettature, limpida e densa. Situazioni e paesaggi sono costruiti con uno stile che appare immediato, ma che fa tesoro della capacità di incarnare nei colori e nelle linee, nei corpi e nella materia, una fermentante vitalità.
L’abbandono alla suggestione vitale di una natura e di un ambiente ancora sottratti al degrado, non è mai disgiunto da una intima, non pretestuosa vena satirica, che si esprime nel fiorire di una immaginazione visionaria minacciata dal lavorio del tarlo che tende a disgregare e lacerare la società e in essa gli individui e le cose.
In Racconto friulano (LNB, 2007) la narrazione si tende tra due poli: i palazzi di Udine e le colline di Nimis. Tra l’avvitamento dell’ideologia che deflagra in scarti di satira, e l’affiorare di un’acuta nostalgia per un ambiente essenziale e amorosamente rivisitato. Senza una possibilità vera di ricomposizione. La riappacificazione e l’idillio possono darsi ormai solo come fuga da un mondo lacerato e privo delle sue stelle polari, non più come impegno e superamento del male e del tragico. Il confronto e lo scontro appaiono come una farsa, un impigliarsi in pure astrazioni, che il pennino tagliente dello scrittore incide, mettendo a nudo l’inconsistenza e denunciando la mistificazione di un gioco astratto, che non ha più niente a che fare col destino vero degli uomini, mostrando l’avvitarsi su se stessa di una “ideologia friulana” senza più anima e soprattutto senza più corpo, pura impalcatura onirica svuotata di senso concreto.


Venerdì 21 novembre, alle 21.30, il Centro Iniziative Culturali di Tarcento propone, nel tendone di Viale Marinelli, Senza confini, festa musicale animata dai RADIO ZASTAVA .

I Radio Zastava ,“The funambolik Heptet”, sono una formazione di sette strumentisti: David “Yatta” Cej (fisarmonica), Marco von Kappel (basso tuba), Nico “de Puta” (sax contralto), Stefano Savi (percussioni), Leo Virgili (trombone), Flavio Zanuttini (tromba), Predrag “Pedja” Pijunovic (grancassa).

La musica appoggiandosi alle loro variegate origini, è orientata verso le sonorità dell’Est europeo arrangiate con venature swing e lascia ampio spazio all’improvvisazione, costituendo una valida chiave per il dialogo e l’incontro su un confine aperto, un esempio concreto di convivenza culturale e di pace. Caratterizzano, infatti, le influenze sonore di questo ensemble di fiati e percussioni, le variopinte origini friulane, asburgiche, slovene e serbo bosniache.
In un arco molto breve di tempo, i Radio Zastava hanno già dato un centinaio di concerti fra Italia, Austria, Slovenia e Francia, diventando una delle formazioni balkan oriented più richieste e conosciute del nord Italia. A meta strada tra tradizione e innovazione le loro permettono di dare sfogo al virtuosismo, all’improvvisazione, ad una prorompente vitalità; riempiono di vivacità piazze cittadine, matrimoni, feste paesane, scatenano la festa e la danza.
Per questo sono stati scelti come primi animatori di una serie di incontri accomunati da un filo conduttore unico: il superamento dei confini attraverso il confronto e il dialogo, per valorizzare il territorio all’interno di una rete aperta di relazioni e di stili comunicativi diversi, mettendo in risalto l’identità e le caratteristiche di un ambiente naturale ed umano unico, il patrimonio ambientale di una gente unica e di un’ospitalità dalle specifiche caratteristiche culturali

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