mercoledì 30 luglio 2008

relazione finale mittelimmagini


Con il MittelFest, si è conclusa anche la seconda edizione di Mittelimmagini, rassegna di film documentari organizzata dalla Società Operaia di Mutuo Soccorso di Cividale, e dall’Associazione Navel, con il contributo della Comunità Montana del Torre, Natisone e Collio e in collaborazione con il Kinoatelje di Gorizia. Dopo la pionieristica e generosa edizione dello scorso anno, al cui entusiasmo degli organizzatori aveva corrisposto un ritorno di pubblico al di sotto delle attese, quest’anno l’attenzione riservata ai film proposti è stata notevole e fa ben sperare per il futuro dell’iniziativa.
Ad un inizio in sordina, dovuto in buona misura all’inclemenza del tempo (se le proiezioni dello scorso anno, all’interno, avvenivano in climi infuocati, quest’anno agli ardimentosi che sfidavano le proiezioni notturne erano necessari maglione e tè caldo), è seguita giorno dopo giorno una significativa crescita di pubblico, che ha fatto riscontrare una media di presenze degna di rassegne e festival ben più titolati. Ciò è doppiamente importante, se si pensa che i documentari, normalmente considerati di serie B, non possono contare sul ritorno mediatico che hanno i film di finzione. Quelli proposti, inoltre, erano anche piuttosto impegnativi sia per gli argomenti trattati che per le scelte registiche originali, tali da richiedere un’attenzione attiva ben lontana dalla passività ed inerzia a cui la televisione ci ha assuefatti.
Una manifestazione che chiude quindi con il vento in poppa: l’immagine che forse meglio riassume queste serate cividalesi è quella del pugno di spettatori che nonostante la pioggia battente, ha assistito ad un fuori programma notturno con ombrelli e giacche per ripararsi la testa. Particolarmente significativa la presenza di pubblico nella serata dedicata a Franco Basaglia, con i film “Nella prospettiva della chiusura lampo” di Paolo Pisanelli e de “Il volo”, documento “storico” realizzato nel 1975 da Silvano Agosti, testimone della straordinaria avventura della trasvolata aerea di cento ospiti dell’Opp San Giovanni di Trieste sulla laguna di Venezia, film-simbolo dell’edizione 2008 di Mittelimmagini. Ottima media di spettatori anche per film impegnativi come lo sloveno “Otroci s Petricka” di Miran Zupanic e l’agghiacciante “Scemi di Guerra” di Enrico Verra. Nonostante l’improvviso blackout che ha oscurato sulla stampa locale ogni notizia e informazione – peraltro sempre deficitaria - riguardante Mittelimmagini, in tanti hanno accolto anche Pietro Medioli, regista di “Il mondo che abbiamo perduto” giunto da Parma per parlarci di Ettore Guatelli e del suo Museo del Tempo, raccolta unica al mondo di oggetti di uso quotidiano. Il regista, uno degli ospiti “speciali” di quest’anno, è noto anche per le sue collaborazioni come assistente alla regia – sia cinematografica che operistica – di Werner Herzog e Werner Schroeter, mostri sacri del cinema tedesco.
Altro ospite della manifestazione il regista Stefano Missio (nella foto), udinese di nascita ma parigino d’adozione, che ha presentato davanti ad un pubblico straboccante il film “Che Guevara, il corpo e il mito”, frutto di sei anni di ricerche tra Italia, Francia e America latina. Missio ha indagato, attraverso interviste a testimoni diretti, materiale finora inedito e immagini d'archivio, i retroscena, gli accordi segreti tra Stati Uniti e Unione Sovietica e le conseguenze politiche a livello internazionale dell'esecuzione e occultamento del corpo del guerrigliero più famoso del xx secolo. L’ultima proiezione, quella dello strepitoso “Di chi è questa canzone?” della regista bulgara Adela Peeva, avrebbe dovuto essere una festa del cinema in piazza, ma a causa di un tempo da tregenda è avvenuta al chiuso davanti ad un nugolo di irriducibili. Il film è un viaggio attraverso i Balcani alla ricerca della “verità” su una canzone che di volta in volta è canto d’amore, inno di guerra, canto religioso e che tutti – turchi, greci, albanesi, bosniaci, macedoni, serbi e bulgari – rivendicano come propria, talvolta con toni di acceso nazionalismo. Quando dopo i titoli di coda le luci in sala si sono accese, una giovane spettatrice ha rivelato esistere anche la versione italiana di quella canzone e ne ha accennato qualche strofa, peraltro con bella voce intonata.

E’ stato questo l’atto finale di Mittelimmagini 2008, il sigillo conclusivo che, al contempo, è un’apertura e un invito alla prossima edizione.

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