Le Monelle / DOCUMENT NOW 2009
presenta
GENTE DI KABUL foto di Gabriele Rigon
dal 11 Aprile 2009 al 30 Giugno 2009
Inaugurazione sabato 11 Aprile 2009 ore 18.30
Esposizione a cura di Raffaele Chiandussi
Secondo appuntamento espositivo per il progetto “Document Now 2009”, promosso da Le Monelle, il reportage realizzato dal fotografo Gabriele Rigon “People from Kabul / Gente di Kabul”. L’inaugurazione della mostra di sabato 11 aprile 2009 alle ore 18.30 presenta una veste inedita del fotografo italiano Rigon, che come lui stesso spiega “le foto di questo reportage le scattai per me stesso, appunti di viaggio che servono a ricordare, ed ora, a distanza di tre anni, ho deciso di pubblicarle”.
Riconosciuto da tutti come uno dei fotografi glamour più importanti del settore, Gabriele Rigon con la serie fotografica intitolata “Gente di Kabul” svela al pubblico un altro aspetto del suo mondo fotografico sino ad ora lasciato in disparte perché legato al suo lavoro per l’esercito italiano. Infatti questo reportage fu realizzato nel 2006 durante una delle missioni a cui il fotografo a partecipato per l’esercito italiano come elicotterista.
GENTE DI KABUL DI GABRIELE RIGON
La prima volta che arrivai a Kabul era maggio del 2006, ricordo ancora quando la rampa del C 130 “Ercules” si abbassò e venni investito da un vento caldo e sentii la polvere entrarmi in bocca ed infilarsi in ogni piega della mia pelle. I primi due giorni furono condizionati da un gran mal di testa ed un torpore causato dalla quota, Kabul si trova a 1800 metri di quota, circondata da montagne con la cima innevata che raggiungono i 6000 metri di altitudine.
L'Afghanistan, un paese ai confini del mondo dove le date non esistono, dove il tempo è rarefatto e brevi tragitti diventano peregrinazioni di giorni interi. Kabul, capitale dell’Afganistan dal 1776, è una città di 4 milioni di persone, una città dalle origini antichissime, 3500 anni di storia, da sempre importante crocevia d’interessi commerciali e geo politici per il controllo dell’Afganistan.
Nell’ultimo secolo di storia la città non ha mai conosciuto un periodo di pace, in particolare da quando l’Afganistan diventa Repubblica nel 1973, Kabul ha conosciuto un periodo di duri conflitti tra le diverse fazioni determinando la migrazione di numerosi profughi verso il confinante Pakistan; inoltre le incessanti tensioni sociali, politiche e religiose dovute principalmente dall’instaurazione del violento regime talebano, avvenuto nel 1996, continuano ancora oggi a lasciare profonde tracce nel paese. Nel 1996 i Talebani conquistano Kabul imponendo la legge coranica, instaurando un governo provvisorio e costringendo alla fuga il presidente Rabbani; nel 1997 proclamano l’Emirato islamico; nel 2001 avviano una campagna iconoclasta volta a sopprimere ogni segno del passato islamico del paese e nell’ottobre dello stesso anno il regime talebano diviene oggetto di un attacco militare da parte degli Stati Uniti, in quanto ritenuto responsabile degli attacchi terroristici dell’undici settembre alle due Torri Gemelle e al Pentagono; nel dicembre dello stesso anno il governo talebano si è arreso.
Attualmente la città soffre delle ferite inferte dalla guerra e la vita cittadina stenta a trovare una parvenza di normalità. Tuttora a Kabul non esistono strade, non ci sono fogne, è una città senza acqua e senza elettricità, c’è sempre il vento che solleva nuvole di polvere gialla che avvolgono l’intera città. A Kabul ci si abitua presto a scene di ordinaria miseria, di bambini con il volto corroso dalla lesmaniosi, che si lavano dentro una pozzanghera di fango alta un metro, persone che si mettono a fare i bisogni sul ciglio della strada, mendicanti che si attaccano alla tua macchina per avere elemosina, bambini che si picchiano per strada. Non ho mai incrociato lo sguardo di una donna, qui loro occupano solo lo spazio del burqa, loro colorano di blu le strade come parti di cielo che qui, a 1800 metri, splende come non mai! Cammino veloci, fanno compere, hanno quasi sempre bambini con se. Il vento fa ondeggiare le stoffe disegnando i contorni dei loro corpi. Qui le donne continuano a fare una vita completamente segregata. Il loro compito è quello di fare figli, cucinare e occupare fisicamente lo spazio domestico. Eppure Kabul è una città maledetta e affascinante, così particolare, ci s’immerge in un’immersa folla di gente, si osservano gli occhi sgranati dei bambini senza capire a cosa pensano, ma così espressivi e profondi! Loro hanno visto la guerra, hanno assistito alla distruzione di tutto ciò che per loro è vita… ed ora sognerebbero la rinascita, la ricostruzione.
La polvere che senti tra i denti quando si cammina per le strade sterrate, il traffico incontrollato di bici, auto, pulmini e carretti, gli aquiloni sempre presenti in ogni scorcio di cielo della città, i colori pastello dei paesaggi ed è solo uno il colore che manca, che non c’è, che a Kabul non esiste… il colore verde dei prati. Io ho avuto la fortuna di vivere Kabul, di rimanerne affascinato, le foto di questo reportage le scattai per me stesso, appunti di viaggio che servono a ricordare, ed ora, a distanza di tre anni, ho deciso di pubblicarle. (Gabriele Rigon)
DOCUMENT NOW 2009
"Document Now" è un progetto di ricerca sulle varie forme di documentazione che vuole esplorare attraverso varie materie il loro valore di testimonianza. Le Monelle OpenSpace nel 2009 presenterà quattro esposizioni fotografiche, sottoforma di reportage, accompagnate da diversi eventi, iniziative culturali e workshop.
Con il termine documento s’indica qualsiasi cosa sia portatrice di significato. Quello di documento è quindi un concetto che si allontana dall'essere unicamente qualcosa di leggibile sotto forma di parola scritta, ma risulta dalla capacità del ricercatore di interrogare un materiale, il quale diventa documento nel momento in cui è in grado di suscitare interesse agli occhi di chi lo osserva. “Document Now 2009” presenterà documenti di varia fonte e natura quali reportage fotografici, documentari cinematografici, documenti teatrali, letterari ed artistici, e scoprirà di volta in volta realtà, società e culture diverse proposte attraverso gli occhi di fotografi, giornalisti, scrittori ed attori in conformità con il progetto culturale sino ad ora svolto dall’OpenSpace Le Monelle. Il progetto diventa sempre più imbarazzante per il territorio italiano, non tanto per il fatto di trovarsi nella profonda provincia italiana, ma per la sua natura originaria di salone acconciatori a cui si accosta un servizio di natura divulgativa e culturale. Un’idea che Le Monelle sceglie di condividere grazie a partner privati sensibili nel sostenere le numerose attività in programma durante l’anno.
Maggiori informazioni ed immagini è possibile contattarci:
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Attrverso il sito internet:
www.lemonelle.biz
Sulla fanzine a questo indirizzo:
www.lemonelle.biz/fanzine/LeMonelle_12-2009_aprile.pdf
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