martedì 7 ottobre 2008

1918/VIVO LA GUERRA_2008/VOGLIO LA PACE: TIMPS DI VUERE...TROISDI PÂS

"1918:VIVO LA GUERRA...2008:VOGLIO LA PACE" :

il rapporto tra la società civile e il primo conflitto mondiale, riletto sulle colline tra il Tagliamento e le Alpi, rivisitato attraverso le memorie della gente;

il tema della guerra: vissuta, cantata, ricordata, tramandatada militari e civili, rappresentanti della chiesa e classi dirigenti,giornalisti,fotografi e operatori cinematografici:

"timps di vuere...trois di pâs"

All’inizio di novembre di novant’anni fa termina la Grande Guerra, con la vittoria delle forze dell’Alleanza e lo sgretolamento degli Imperi Centrali. Il giovane Regno d’Italia (classe 1861) regola la sua partita con l’Austria-Ungheria ottenendo con 650 mila morti quanto gli era stato promesso per la sua neutralità: Trento con il Sud Tirolo, Trieste con il Friuli austriaco, il Goriziano, la Carniola, l’Istria e la Dalmazia.

Dopo anni di combattimenti per mezzo mondo, i militari abbandonano le trincee e tornano a casa. Ad accoglierli famiglie stremate dagli stenti e decimate dalle malattie, tra cui la micidiale pandemia influenzale che nel 1918 triplica i morti del periodo 1914-’18: circa dieci milioni di militari morti in guerra, oltre venti milioni di civili uccisi dalla cosiddetta “Spagnola”.

Ecco allora che la guerra si trasferisce dal campo di battaglia alla casa di famiglia, e diventa racconto, pianto, memoria. I soldati tirano fuori i diari e le lettere con cui hanno tentato di raccontare e raccontarsi la guerra, vogliono sapere del paese, del campo, degli affetti. Ci mettono poco a ritornare borghesi, ma la guerra li accompagnerà per tutta la vita, influenzando scelte, convincimenti, ideali. Tuttavia, la realtà che li accoglie non è quella che si aspettano. Anche a casa c’è stata la guerra, l’occupazione militare, la fame e la carestia. C’è miseria, e molti devono di nuovo partire, secondo l’antica usanza di cercare il lavoro dove ce n’è. Chi rimane deve fare i conti con il lavoro che manca, e con la retorica che monta. Il Paese ha vinto, ma la vittoria non ha per tutti lo stesso sapore. Il disegno risorgimentale delle classi dirigenti si compie nel lutto generalizzato, nel rancore inespresso degli invalidi, nel pianto degli orfani inconsapevoli.

L’ Associazion Culturâl “El Tomât” di Buje,

insieme alla Ass. Culturale “Ermes di Colloredo” e alla Cineteca del Friuli, con il sostegno di “Collina&Cultura“ e della Comunità Collinare del Friuli e il contributo della Provincia di Udine, con il progetto

«1918/Vivo la Guerra_2008/Voglio la Pace»

TIMPS DI VUERE...TROIS DI PÂS

mette in cantiere, tra ottobre e novembre, una riflessione che, partendo dalla rivisitazione del rapporto tra la società locale e il primo conflitto mondiale, si articola in una serie di manifestazioni culturali centrate sul tema della guerra: vissuta, ricordata, tramandata da militari e civili, rappresentanti della chiesa e classi dirigenti, giornalisti, operatori cinematografici e gente comune: un itinerario storico che collegherà i luoghi delle diverse iniziative con le principali emergenze legate alla Grande Guerra sul territorio del Friuli collinare tra il Tagliamento e i monti. Dopo l’anteprima di Forgaria “Trois di Vuere…Trois di Pâs” dove Lucio Fabi, Giancarlo L.Martina e il sindaco di Ragogna Mirco Daffara hanno affrontato la questione del “turismo di guerra” e della fruizione dei musei tradizionali, dei musei all’aperto e degli itinerari storici, il programma entra nel vivo

venerdì prossimo 10 ottobre al Castello di Colloredo di Monte Albano con l’inaugurazione alle ore 18.oo della mostra “La guerra in salotto” :i bossoli lavorati della collezione Aita che presenta per la prima volta la collezione di bossoli lavorati del signor Alfonso Terzo Aita di Buia, unica nel suo genere per ricchezza e varietà di reperti, contestualizzati con testi, pannelli, documenti e fotografie d’epoca.

Nell’occasione verrà presentato il libro “ La guerra vissuta “.

Il volume, illustrato con fotografie d’epoca, con testi introduttivi di Lucio Fabi, Matteo Ermacora e Laura Nicoloso., comprende la riproduzione integrale di due straordinarie testimonianze: il diario del bersagliere di Buia Giuseppe Garzoni, combattente sul Monte Nero e in seguito prigioniero degli austro-ungarici a Mathausen e altri campi di prigionia; e l’inedito diario parrocchiale di don Giuseppe Bernardis di Madonna di Buja, in cui viene descritta la vita di Buia e dei paesi vicini dallo scoppio del conflitto ai terribili giorni dell’occupazione austro-ungarica dopo Caporetto. fino al difficile dopoguerra.

Dopo l’appuntamento di venerdì a Colloredo le manifestazioni e gli incontri continueranno toccando molti altri comuni della Collinare

A Buja nella Casa della Gioventù il 31 ottobre un concerto del gruppo "Prog-Gap” presenterà

“Canti di pace in tempi di guerra” le canzoni cantate dai soldati e dai civili nel tempo di guerra e recuperate da una attenta ricerca etno-musicale

Il 4 novembre, data della fine della guerra italo-austriaca, verrà ricordato a Treppo Grande con la presentazione del libro dei diari LA GUERRA VISSUTA e del DVD “Doppio sguardo sulla Grande Guerra,” prodotto dalla Cineteca del Friuli, con la regia di Lucio Fabi e Giampaolo Penco, con immagini d’epoca sulla guerra di trincea e sull’invasione austro-ungarica del Friuli. analizzando il ruolo del cinema nella storia del primo conflitto mondiale.

DVD e libro verranno riproposti anche il 23 0ttobre a Moruzzo, il 7 novembre a Cassacco, l’8 novembre a Coseano e il 14 novembre ad Avilla di Buja

Infine vengono proposte anche due visite guidate nei luoghi della grande guerra domenica 19 ottobre da Plezzo a Caporetto sulle trincee raccontate nel diario del bersagliere bujese con la guida di Lucio Fabi e domenica 16 novembre dal Museo della Grande Guerra di Ragogna al Forte di Col Roncone a Rive d’Arcano, dal Parco della Rimembranza di Monte di Buja al forte e alla Pieve di Santa Margherita del Gruagno. Come ha scritto Lucio Fabi “Le vestigia e i monumenti della Grande Guerra sono elementi significativi di un complessivo discorso escursionistico, divulgativo ed educativo. Luoghi per riflettere e ricordare, con pietà e rispetto per chi è morto e ha sofferto, tenendo ben presenti le diverse particolarità storiche ma comprendendo e accettando il diverso punto di vista di tutte le parti in causa. Costruiremo anche così un tassello della nostra storia, operando nei fatti in favore del dialogo internazionale e di una comune cultura europea”.

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