DANILO REA “Omaggio a Fabrizio De André”
Danilo Rea: pianoforte
Fino a qualche anno fa, la storia di Danilo Rea era fatta soprattutto di collaborazioni spartite tra jazz, pop e leggera.
Pianista enciclopedico, e non solo di jazz, era accompagnatore prediletto dai cantanti più amati dal pubblico italiano: da Mina a Gino Paoli, da Claudio Baglioni a Pino Daniele, da Fiorella Mannoia ad Adriano Celentano.
L'attività da titolare è infatti più recente. Con una solida preparazione accademica (si è diplomato al conservatorio Santa Cecilia di Roma), una virtuosistica padronanza dello strumento, una felice vena improvvisativa e un'esperienza vastissima, Danilo Rea è oggi uno dei più sensibili musicisti della scena italiana e internazionale.
Nel suo omaggio a Fabrizio De André, interpreta canzoni che recano l'inconfondibile sigillo di uno dei più grandi cantautori italiani: da Canzone di Marinella a Via del campo, da Crueza de Ma a Don Raffae.
I brani scorrono agevolmente e ascoltando il tocco delicato del pianista, inseguiamo i suoi pensieri tradotti in note lasciandoci condurre dai flussi di emozione che l'artista trasmette, in un concerto che sa parlare al cuore di tutti gli appassionati della musica, non solo jazz.
DOCTOR 3Fino a qualche anno fa, la storia di Danilo Rea era fatta soprattutto di collaborazioni spartite tra jazz, pop e leggera.
Pianista enciclopedico, e non solo di jazz, era accompagnatore prediletto dai cantanti più amati dal pubblico italiano: da Mina a Gino Paoli, da Claudio Baglioni a Pino Daniele, da Fiorella Mannoia ad Adriano Celentano.
L'attività da titolare è infatti più recente. Con una solida preparazione accademica (si è diplomato al conservatorio Santa Cecilia di Roma), una virtuosistica padronanza dello strumento, una felice vena improvvisativa e un'esperienza vastissima, Danilo Rea è oggi uno dei più sensibili musicisti della scena italiana e internazionale.
Nel suo omaggio a Fabrizio De André, interpreta canzoni che recano l'inconfondibile sigillo di uno dei più grandi cantautori italiani: da Canzone di Marinella a Via del campo, da Crueza de Ma a Don Raffae.
I brani scorrono agevolmente e ascoltando il tocco delicato del pianista, inseguiamo i suoi pensieri tradotti in note lasciandoci condurre dai flussi di emozione che l'artista trasmette, in un concerto che sa parlare al cuore di tutti gli appassionati della musica, non solo jazz.
alle ore 20.45:
Danilo Rea:pianoforte - Enzo Pietropaoli: contrabbasso - Fabrizio Sferra: batteria
Il jazz visita il pop. Ovvero la irresistibile ascesa dei Doctor 3, autentico caso del jazz nostrano. Questo trio di intelligenti virtuosi bazzica praticamente sin dalla sua nascita (nel 1997) in un ambito divenuto popolare anche in Italia anche - e soprattutto - grazie al loro lavoro: la rilettura di un repertorio prevalentemente rock e pop contemporanei in chiave jazz. I componenti di Doctor 3 sono da tempo fra i protagonisti del jazz italiano ed europeo ed il loro viaggio attraverso la musica non conosce confini. Può sembrare contraddittorio spaziare da George Gershwin a Sting, da Domenico Modugno a Cole Porter, dai Beatles a Gilbert Beacaud, da Fabrizio De Andrè ai Red Hot Chili Peppers, da Tom Waits a Mascagni, da Elton John a David Holst, da Bob Dylan a Verdi, e poi Joni Mitchell, Ennio Morricone, Luigi Tenco e molto, molto di più. Ma esiste una “ferrea logica di gruppo” che rende tutto naturale, coerente: l'improvvisazione sorretta da un linguaggio, quello del jazz, assai rigoroso e consolidato in decenni di affiatamento e di "allenamento alla libertà”.
Il jazz visita il pop. Ovvero la irresistibile ascesa dei Doctor 3, autentico caso del jazz nostrano. Questo trio di intelligenti virtuosi bazzica praticamente sin dalla sua nascita (nel 1997) in un ambito divenuto popolare anche in Italia anche - e soprattutto - grazie al loro lavoro: la rilettura di un repertorio prevalentemente rock e pop contemporanei in chiave jazz. I componenti di Doctor 3 sono da tempo fra i protagonisti del jazz italiano ed europeo ed il loro viaggio attraverso la musica non conosce confini. Può sembrare contraddittorio spaziare da George Gershwin a Sting, da Domenico Modugno a Cole Porter, dai Beatles a Gilbert Beacaud, da Fabrizio De Andrè ai Red Hot Chili Peppers, da Tom Waits a Mascagni, da Elton John a David Holst, da Bob Dylan a Verdi, e poi Joni Mitchell, Ennio Morricone, Luigi Tenco e molto, molto di più. Ma esiste una “ferrea logica di gruppo” che rende tutto naturale, coerente: l'improvvisazione sorretta da un linguaggio, quello del jazz, assai rigoroso e consolidato in decenni di affiatamento e di "allenamento alla libertà”.
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