lunedì 31 marzo 2008

lunedì 31 "Particelle" di Giuseppe Battiston e Piero Sidoti

lunedì 31 marzo ore 21
Udine - Auditorium Zanon


Fondazione Luigi Bon-Spazio Off (Fagagna)
Teatro Club Udine
in collaborazione con Erdisu – Università degli Studi di Udine
presentano:

Particelle
di Giuseppe Battiston e Piero Sidoti

con Piero Sidoti
Francesco Bertolini chitarra
Claudio Giusto percussioni
Antonio Marangolo sassofono
suono e direzione tecnica di Claudio Parrino
assistente alla regia Elia Dal Maso
regia di Giuseppe Battiston


Info e prenotazioni:
TEATRO CLUB UDINE via M. Volpe 13 Udine
tel./fax0432-507953 - E-mail: info@teatroclubudine.it
orario: dal lunedì al venerdì dalle ore 15 alle ore 18
vendita biglietti e ritiro biglietti prenotati presso l’Auditorium Zanon a partire dalle ore 20 il giorno di spettacolo


Uno spettacolo agro-dolce tra parole e musica, per il ritratto di una generazione. Ritratto molto diffuso in tempi in cui l’adolescenza si prolunga a tempo indeterminato e il traguardo della sistemazione si dilaziona, si allontana e così evapora nel territorio vago dei sogni, dove la maturità è un optional, un caso e, per i più, un codice a barre in scadenza.

Di questo tenore è la stoffa di Concioni Pietro, anagrafe qualsiasi per uno come tanti, un giovane –si fa per dire- di 36 anni che ha collezionato tutti i titoli giusti per farsi ascoltare e accogliere nella società opulenta dalle (apparenti) mille possibilità: una laurea trendy in astrofisica, con coda successiva di master, specializzazioni, aggiornamenti e, naturalmente, legittime aspirazioni da curriculum doc. Ma poi, nel mare mosso, molto mosso del lavoro reale, tutto si ridimensiona e si frantuma in tanti rivoli e il nostro super-esperto di stelle impara a sue spese l’arte antica dell’arrangiarsi, arrabattarsi, barcamenarsi, nella giungla fitta di co.co.co., lavoretti a termine, invenzioni fai-da-te o a progetto. Magica parola, questa, che sa di futuro, mentre invece copre una condizione permanente di sottooccupazione precaria e disoccupazione effettiva.

E pensare che gliel’aveva detto lo scafato prof. di matematica del liceo, dall’alto di un trascorso sessantottino poi riciclato in cinismo disincantato: nella vita vince chi sa surfare, stare a galla, dribblare gli ostacoli, prendere le cose con l’astuzia delle scorciatoie e mai di petto. Se non altro, corazzati in quella maniera, si può arrivare senza traumi a capire come va il mondo e che le cose stupide e frivole stazionano in superficie, mentre le altre, quelle profonde e serie, affondano. Amarognola filosofia di vita, supportata dalle leggi auree della fisica. Ma intanto così si può sopravvivere, farsi accudire ancora da mamma e papà, ogni tanto rubacchiare anche sulla pensione del nonno e intanto spegnere a poco a poco il sogno dei grandi orizzonti e piegarsi al piccolo cabotaggio della navigazione sotto costa.

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