martedì 9 marzo 2010

il GRIS FVG contro la chiusura degli ambulatori proposta dallaAvvocatura della Regione


ANNUNCIATA CHIUSURA DEGLI AMBULATORI

PER STRANIERI IRREGOLARI.

TOTALE TRAVISAMENTO DELLE NORMATIVE VIGENTI

CON CONSEGUENTE VIOLAZIONE DELLA LEGGE

Il Gruppo Immigrazione Salute Friuli Venezia Giulia (GRIS FVG della SIMM) esprime indignazione per la annunciata scelta di chiudere gli ambulatori dedicati ai cittadini stranieri non in regola con le norme sul soggiorno e sconcerto per il tentativo di nobilitare giuridicamente, con un parere fatto esprimere dalla avvocatura della Regione FVG, una decisione politica di accondiscendenza al ricatto partitico leghista.

Tutte le disposizioni in materia di accesso alla salute degli stranieri, anche irregolari, sono previste dalla legge BOSSI-FINI e sono rimaste immutate. La legge dice che ai cittadini stranieri irregolarmente presenti “sono assicurate, nei presidi pubblici ed accreditati, le cure ambulatoriali ed ospedaliere urgenti o comunque essenziali, ancorché continuative, per malattia ed infortunio e sono estesi i programmi di medicina preventiva a salvaguardia della salute individuale e collettiva”. Parimenti sono invariate le disposizioni regolamentari contenute nel D.P.R. 31 agosto 1999 n. 394 che all’art. 43 chiaramente dispongono che “ai cittadini stranieri non in regola con le norme relative all’ingresso e al soggiorno sono comunque assicurate, nei presidi sanitari pubblici e privati accreditati, le prestazioni sanitarie previste dall’art. 35 comma 3 del testo unico (c.2) e la circolare 5 del 2000 precisa anche che :

L'art. 43, comma 8, del regolamento di attuazione prevede che le regioni individuano le modalità più opportune per garantire le cure essenziali e continuative, che possono essere erogate nell'ambito delle strutture della medicina del territorio o nei presidi sanitari accreditati, strutturati in forma poliambulatoriale od ospedaliera, eventualmente in collaborazione con organismi di volontariato aventi esperienza specifica.

Tali ipotesi organizzative, in quanto funzionanti come strutture di primo livello, dovranno comunque prevedere l'accesso diretto senza prenotazione ne' impegnativa.”

Forse all’avvocatura della Regione è sfuggito che quanto scritto in queste norme è proprio quello che nella nostra regione è garantito dagli ambulatori di medicina generale che il presidente Tondo vorrebbe far chiudere !


Le leggi e i regolamenti in vigore affermano con chiarezza che nella programmazione delle aziende sanitarie siano individuate le modalità concrete per garantire ai cittadini stranieri l’accesso alle cure previsto dalla norma e ciò in considerazione della specifica condizione di tale fascia della popolazione.

L’avvocatura della Regione, nel tentativo di giustificare la chiusura degli ambulatori, invoca addirittura il principio di non discriminazione e quasi intendesse suggerire, data la teorica parità di accesso ai servizi sanitari, che agli stranieri non regolari e a chiunque fosse sprovvisto di iscrizione al Servizio Sanitario Regionale debba essere garantito comunque, come a tutti, un medico curante con la loro iscrizione agli elenchi di un medico di medicina generale.

Per contro, se, in alternativa agli ambulatori STP, non venisse garantito il libero accesso al medico di base, la chiusura annunciata dalla Regione determinerebbe una sostanziale violazione delle norme legislative in vigore: infatti non sarebbe possibile un primo controllo analogo a quello che normalmente viene assicurato dai medici di medicina generale, condizione essenziale nel nostro sistema sanitario per garantire la correttezza dei percorsi sanitari e la appropriatezza delle prestazioni successivamente erogate dalle strutture poliambulatoriali od ospedaliere, evitando sprechi di risorse, prestazioni inutili e evitando in particolare ulteriore improprio e inappropriato carico di lavoro per i servizi di pronto soccorso ospedalieri, già pesantemente già affollati.


Ma al di là delle considerazioni di carattere squisitamente giuridico, ci preme ancora una volta sottolineare come, in un’ottica di sanità pubblica - che nella nostra regione ha una consolidata e storica tradizione di impegno civile e sociale - l’eliminazione degli ambulatori pubblici per gli stranieri in condizioni di irregolarità, costituisce un rischio per la sicurezza e la salute dell’intera collettività locale e regionale, rende difficile la diagnosi precoce e la prevenzione della diffusione delle malattie infettive e riduce l’efficienza dei servizi sanitari aumentandone i costi.

L’eliminazione degli ambulatori di medicina generale per gli stranieri irregolari, escludendo la possibilità delle visite mediche di primo livello, costringerebbe tale popolazione ad affollare i servizi di pronto soccorso ospedalieri, quando ormai le condizioni di salute potrebbero essere gravemente peggiorate o comunque dopo la diffusione del contagio, provocando quindi un danno alla salute della popolazione e un costo di gran lunga maggiore per la cura delle malattie stesse.

Il GRIS FVG invita pertanto l’assessore Kosic, forte del rispetto di quanto scritto nella Costituzione e nelle leggi della Repubblica, a resistere alle pressioni della Lega, a mantenere la programmazione sanitaria regionale ancorata ai principi di diritto e di equità e di non-discriminazione,



GRIS FVG

SIMM

8 marzo 2010

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